A Desenzano per la seconda "tappa" del Prestigio

Questa domenica, 8 aprile 2018, ho preso parte alla granfondo Colnago Cycling Festival di Desenzano del Garda. A due settimane da Padova devo confermare il trend positivo e, specie in vista dei prossimi obiettivi, devo dire che anche questa volta torno a casa soddisfatto! In classifica niente di eccezionale: partire dalle retrovie (pettorale numero 1855) è sempre penalizzante di suo, ma se aggiungiamo che sono uscito dall'hotel quando mancavano meno di 15 minuti alla partenza con un biscione colorato di quasi 3000 ciclisti davanti, bè... bisogna esser dei fenomeni per riuscire a rientrare nei primi 100 assoluti, e dato che io non lo sono sicuramente, mi accontento di un onesto 235° posto sulle circa 1300 persone che hanno affrontato il percorso lungo, quello di circa 155 km.







Memore dello scorso anno, in cui avevo affrontato il percorso di 105 km completamente con il coltello tra i denti ed in cui avevo sofferto la partenza a tutto gas, questa volta ho preferito gestirmi meglio nella prima parte ondulata che da Desenzano porta a Salò, dove non c'erano vere e proprie salite ma un susseguirsi di su e giù, che se affrontati in modo spavaldo mi avrebbero potuto "segare le gambe", soprattutto pensando di dover affrontare il percorso lungo per il Prestigio del Bici Club Italiano.




Ho quindi iniziato ad aprire veramente il gas solo nella prima vera salita di giornata, quella che passava nei pressi dello scenografico Vittoriale degli Italiani per portare a San Michele. Nella successiva discesa che riportava a Salò ho perso qualche posizione, presto recuperata in direzione Odolo, da dove iniziava la seconda vera salita, Colle Sant'Eusebio. Anche qui sono riuscito fin da subito a fare il mio ritmo e iniziata la successiva discesa evito per pochi istanti ben due cadute: una appena dopo lo scollinamento, in cui tre ciclisti si sono scontrati tra di loro in una curva, e l'altra, molto più spaventosa, verso metà discesa, dove una donna in auto ha deciso improvvisamente di entrare sul percorso di gara proprio mentre scendevamo noi ciclisti ad alta velocità. Il primo del gruppetto non ha potuto evitare l'impatto e si è letteralmente ribaltato prima sulla macchina e poi a terra: seppur molto dolorante, ho visto però che si è spostato da solo dal centro della carreggiata e quindi mi auguro con tutto il cuore che non si sia fatto nulla di grave. L'incidente è stato fortunatamente visto da molte persone che erano a bordo strada e che, mentre si dirigevano a prestare soccorso, hanno ricoperto di insulti la donna al volante.

Con i battiti del cuore che si erano alzati senza l'aiuto di sforzi fisici, mi sono presto ritrovato in un bel gruppo, in cui specialmente un austriaco dava di quelle tirate che a momenti facevamo fatica a restargli a ruota... e quasi mai era lui a chiedere il cambio. La successiva terza ed ultima salita l'ho un po' sofferta, specie nella seconda parte, con accenni di crampi che sono riuscito tutto sommato a gestire bene. Buono è stato anche il ritorno in compagnia verso il lago, dove riusciamo a mantenere la velocità abbastanza alta nonostante il vento ed i continui su e giù che caratterizzano questo territorio.

Per evitare di arrivare in volata per "l'ennesima posizione" avevo due alternative: mettermi a ruota e lasciare che gli altri si scannassero oppure provare ad anticipare i tempi... ho scelto come sempre per la seconda opzione, la cosiddetta "fagianata"!