La mia miglior Gimondi! Ma non mi basta...

Domenica 6 maggio si è svolta una delle principali granfondo della stagione, una di quelle con tanti km, circa 160, e tante salite, intorno ai 3000 metri di dislivello: si tratta della Granfondo Internazionale Felice Gimondi di Bergamo.


Quest'anno non rientrava nel calendario del Prestigio del Bici Club Italiano, ma è una manifestazione a cui ormai mi viene difficile rinunciare (...forse per il mio cognome?!) e, proprio come me, la pensano ogni anno circa quattro mila persone da tutto il mondo!!!.

Così, mentre quasi tutti i miei compagni di squadra che ambiscono al Prestigio si sono portati avanti nel numero di gare "prestigiose" con la Granfondo Via del Sale di Cervia, io ho preferito tornare a pedalare per il terzo anno consecutivo tra le valli bergamasche.

Faccio però un passo indietro, perché lo scorso fine settimana mi sono preso una pausa dalle granfondo, dedicandomi ad una gara a cronometro vicino casa, per la precisione a Valera Fratta. Ne organizzano poche di gare simili dalle mie parti e quindi, essendomene negli anni innamorato ed avendo finalmente recuperato una bici da crono tutta mia, mi pareva davvero un peccato non partecipare.



E così domenica 29 aprile ho fatto meno di 14 km di gara, ma "a tutta", con una media di circa 44 km/h che però non rispetta realmente la mia prestazione, causa una foratura nel punto più veloce della gara, dove il vento permetteva di mantenere facilmente velocità superiori ai 50 km/h. Nonostante avessi perso tanti secondi importanti, sono comunque riuscito a guadagnarmi il primo gradino della classifica di categoria Junior, lontano più di un minuto mezzo dai primi della classifica assoluta (comunque imprendibili anche senza la sfortuna). Il mio bel risultato è finito anche sul quotidiano locale Il Cittadino, quindi questa settimana mi sono goduto un po' di popolarità tra gli amici... fa sempre piacere ricevere complimenti, specie da chi senti o vedi meno spesso.


Nonostante questa gara a cronometro, gli allenamenti sulle lunghe distanze non sono però mancati, grazie alle festività del 25 aprile e del primo maggio, e alla Gimondi mi sono presentato con l'ambizione di far classifica sul percorso lungo per guadagnare la prima griglia di merito per l'edizione 2019. Sì, perché alla Gimondi i primi 25 classificati del percorso corto, i primi 50 del percorso medio ed i primi 100 del percorso lungo, ottengono di diritto la prima griglia per l'edizione successiva. 


A differenza dello scorso anno, questa volta ho preferito non pernottare a Bergamo, ma farmi due volte avanti e indietro, un giorno dopo l'altro, perché questa manifestazione è una delle poche per il quale occorre ritirare il pacco gara necessariamente al sabato. Quindi con la Paoletta ci siamo fatti un sabato pomeriggio in auto per ritirare la sacca. Cosa che però è diventata piacevole, perché a questo "dovere" abbiamo aggiunto il "piacere" con l'ormai tipico saluto all'amico bergamasco Valentino (conosciuto sulle Dolomiti nel 2015... ribadisco il concetto già espresso più volte: la bici mi sta facendo conoscere davvero tante belle persone!) e con passaggio a Ranica a salutare gli amici pasticcieri conosciuti in viaggio di nozze (e sono sicuro diventerà anche questo un appuntamento fisso quando saremo da queste parti, sia per la simpatia della famiglia Cortinovis, sia per la bontà e la golosità dei loro prodotti!).


La domenica mattina ho invece condiviso il viaggio fino a Bergamo con mio fratello Silvio, anche lui iscritto alla gara, mentre Paola mi raggiungerà con i miei genitori per vedere il nostro arrivo, così si evita una bella alzataccia. Noi invece partiamo da casa decisamente presto, prima dell'alba. Ci eravamo iscritti a fine gennaio, relativamente tardi dato che le iscrizioni erano aperte da novembre, quindi i nostri dorsali riportano numeri abbastanza alti (1909 lui e 1910 io). Così ci tocca partire dalla terza griglia, che dal numero di 1200 arriva al numero 2500, e ciò significa iniziare a pedalare con più di un migliaio di persone davanti.


Mi sento fisicamente bene: gambe senza dolori, peso che inizia finalmente a rientrare nei valori di uno sportivo vero, tanta adrenalina e buone ambizioni... So di poter far una bella prestazione. Alle 7 parte la gara, con davanti a tutti colui che dà il nome a questo evento: il grandissimo Felice Gimondi, un mito che sulle due ruote ha vinto praticamente ovunque. Saluto presto mio fratello, che mi ha subito detto non aver intenzione di andare forte come un matto (cosa che presumo abbia chiaramente letto sul mio volto nel pre-gara!). Affronto benissimo il Colle del Pasta (la salita più corta di giornata, con lunghezza inferiore ai 3 km) e faccio qualche fuori soglia sul Colle del Gallo (circa 7 km), per cercare di risalire il fiume umano che si è formato, cercando anche di sfruttare il lavoro di un forte ciclista del Team Perini di Piacenza. Lo perdo però nella successiva discesa ed ai piedi del Selvino (che conta un totale di circa 10 km di salita) mi supera invece un giovane della MP Filtri di Milano, squadra composta da tanti buonissimi pedalatori. Credo che, come prima mi è stato di riferimento "il Perini", qui potrebbe esserlo lui. Sulle prime rampe riesco a dare dei buoni cambi e stacchiamo praticamente tutti, ma capisco che è un ritmo che mi sta facendo sprecare troppe forze, pensando soprattutto al fatto che ci saranno ancora tanti km da fare con il naso all'insù! Decido così di terminare il Selvino al mio ritmo, ma questa scelta temo però di averla fatta un po' troppo tardi... Per qualche secondo sono quasi impiantato e ci metto un po' a trovare un'adeguata pedalata sostenibile dalle mie gambe. Intanto vedo passare alcuni pettorali over 2500, quindi quelli della quarta griglia che risalgono davvero bene, tra cui un mio compagno di squadra, Fabio Scaglia (partito molto dietro ma avrei scommesso mi avrebbe superato ben presto) che mi supera in scioltezza e quando vede che provo a seguirlo mi ricorda di non esagerare perché la gara è ancora lunga. Saggio consiglio che ascolto immediatamente!

Scollino e bene nella discesa mantengo bene la posizione restando sostanzialmente coperto per recuperare un po' di energie, ma capisco di essere ancora in affanno sulla successiva salita che da San Pellegrino Terme risale la Val Taleggio (in realtà composta da due tratti di salita, uno più leggero di circa 10 km, seguito da una breve discesa, e quindi un altro di circa 7 km). Sto soffrendo all'inverosimile ed in realtà non me lo so spiegare perché sono convinto di essermi più o meno gestito bene, nonostante qualche sgasata! Riesco a tener le ruote del gruppetto che si è formato, ma sto faticando davvero molto: nonostante i battiti del mio cuore siano lontani dalla soglia, ho le gambe troppo legnose e non pedalo come vorrei. Vedo allontanarsi l'obiettivo di giornata della top 100 ed inizio a valutare di ripiegare sul percorso medio, che significherebbe terminare la salita e dirigersi, tendenzialmente in discesa, verso il traguardo di Bergamo, sperando che quanto fatto mi permetta di rientrare nei primi 50 del medio. Sono un po' combattuto anche se al ristoro che precede la discesa faccio comunque il carico di acqua e sali minerali, come se dovessi far il percorso lungo. Perché so di aver l'allenamento per affrontare altre salite, ma devo recuperare le gambe... E allora scendendo la Val Brembilla cerco di fare un po' di stretching e al bivio medio-lungo mi butto quasi d'istinto sulla destra: sarà percorso lungo e andrà come deve andare, dentro o fuori i primi 100... al massimo prenderò la giornata come un gran bell'allenamento!

Salendo verso Berbenno mi accorgo che i dolori sono praticamente passati, ho "ritrovato" le gambe ma cerco lo stesso di non strafare. Tengo così un po' di energie per l'ultima tosta salita, da Sant'Omobono Terme a Costa Imagna (circa 8 km). E qui riesco effettivamente a pedalare come voglio... recupero anche qualche posizione e forse rientrare nei primi 100 potrebbe non essere un'illusione. Faccio gli straordinari per riprendere altri ciclisti prima di Villa d'Almè, dove si riuniscono i percorsi medio e lungo ed in quell'istante c'è in transito proprio un grande gruppo di ciclisti del percorso medio che sta inglobando chi arriva dal percorso lungo. Prima dell'arrivo supero tutta la compagnia sempre nella speranza di guadagnare qualche posizione in classifica. Sforzo che però poi scoprirò non esser servito più di tanto: termino 126° assoluto e 13° della mia categoria con un tempo gara di poco inferiore alle 5 ore e 28 minuti (real time 05:24:27), lontano circa 7 minuti dai primi 100. Peccato, non sono soddisfatto del risultato dato che questa volta me ne ero posto uno ben preciso, ma sono contento di aver comunque migliorato rispetto alla scorsa edizione e di non aver mollato nel mio intento fino alla fine... e sono sicuro che tutto sommato questo è stato un ottimo allenamento in vista dei prossimi faticosi impegni! Con questo weekend ho dato il via ad una serie di fine settimana "intensi": prima a Salice Terme (il 13 maggio) e poi Nove Colli a Cesenatico (il 20 maggio).


Durante il pasta party finale riesco a trovare un po' di ciclisti che ho conosciuto in questi anni oltre a tanti miei compagni di squadra, tra cui Fabio che è riuscito nella sua rimonta concludendo ben 67° assoluto! Questo ragazzo va davvero forte, si toglierà delle bellissime soddisfazioni, ne sono sicuro! E alla fine non poteva mancare il selfie con Valentino e Davide (che collabora per vari siti di ciclismo e che ringrazio per avermi fatto conoscere la realtà Rodman Azimut e avermela fortemente consigliata).


Di seguito il tracciato della mia gara su Strava: