Finita la stagione ciclistica, si pensa già ai prossimi obiettivi


Ora che ho definitivamente rinunciato alla granfondo Il Lombardia del 14 ottobre (sì, perché fino a qualche giorno fa avevo ancora mezza intenzione...), posso davvero dire di aver finito con le gare in bici per il 2018 ed ecco il riepilogo di questa mia ultima stagione ciclistica. Stagione durante la quale forse ho gareggiato più degli anni scorsi, specie da maggio a metà luglio, alla faccia di chi diceva "ora che ti sei sposato, saluta la bici!"...

Verissimo, starete pensando: "Santa Paola da Borghetto!". E la penso anche io così: tanti quotidiani allenamenti e molti weekend in trasferta, in quanto a "corredare" la mia stagione ho aggiunto anche altre belle granfondo in giro per il nord d'Italia. Sacrifici che però hanno ripagato con la soddisfazione di aver portato a casa qualche piazzamento nella mia categoria. Certo, poca roba, ma nel periodo di massima forma qualche piccola sfortuna non mi ha fatto raccogliere quello che forse avrei potuto. Ma il mio principale obiettivo della stagione era il Prestigio, e portare a termine le sue granfondo non è mai scontato, con la ciliegina sulla torta come è stata sicuramente la epica Oetztaler di un mese fa. Inoltre in questa stagione, specialmente grazie al mio ingresso nella grande squadra della Rodman Azimut, ho avuto l'onore di conoscere tante bellissime persone, tra chi ho incrociato solo in una gara e chi invece ho incontrato più volte, magari perché abbiamo conquistato insieme il Prestigio. Persone dal quale ho ricevuto molti preziosi consigli, spesso dal lato sportivo ma a volte anche dal lato umano, ed è anche per questo motivo che questa stagione resterà indelebile!





Ma non amo molto riposare, quindi ho iniziato ben presto a correre a piedi. E mentre l'anno scorso mi sono improvvisato con una preparazione atletica "fai-da-te" per portare a termine una mezza maratona e poi una maratona nel giro di poche settimane, questa volta ho preferito fare le cose con più ordine e consapevolezza. Ho fatto un vero test del lattato in un centro medico-sportivo, utile a trovare con la massima precisione quelle che sono la soglia aerobica e la soglia anaerobica, e quindi su questi dati farmi costruire una vera e propria preparazione su misura, con l'obiettivo di ottenere grandi miglioramenti. Amo numeri e tabelle, e se per qualcuno può sembrare uno stress dover seguire specifici allenamenti, io l'ho sempre trovato stimolante ed affascinante! E così da qualche settimana ho iniziato ad alternare km a ritmo tranquillo a ripetute ed a progressioni. Domenica ho anche preso parte per la prima volta ad una vera gara competitiva di 10 km, la Corri Pavia.


Visti test e allenamenti, credevo di poter tener un ritmo che mi permettesse di chiuderla in meno di 37 minuti (ritmo appena sopra i 3 minuti e 40 secondi al km), ma in cuor mio volevo osare qualcosa in più, provando a stare addirittura sotto i 36 minuti. Penserete che è solo un minuto di differenza, ma chi conosce il mondo del running capirà che un minuto su 10 km è quasi un abisso. Così mi ero posto l'obiettivo di partire al mio ritmo di 3'40" tenendolo per 4-5 km e poi andare in progressione fino alla fine. L'ostacolo più grande era però non farsi prendere dall'adrenalina iniziale e dalla foga di voler seguire i primi, gli atleti top. E mi avevano consigliato di pensare a Dumbo e ripetermi continuamente "non seguirli, non seguirli, non seguirli"... E così ho fatto, ma solo fino allo sparo della partenza! Infatti dopo aver guadagnato abbastanza facilmente alcune posizioni ho iniziato inevitabilmente a seguirli, con la velocità spesso sotto i 3'30" al km, data anche la leggera discesa dei primi km. Però mi rendevo conto che quel ritmo non sarei riuscito a reggerlo fino alla fine, quindi ho scalato leggermente la marcia assestandomi intorno ai 3'40" che mi ero prefissato. Purtroppo i continui cambi di direzione e qualche pezzo con il vento contro non mi hanno aiutato a recuperare le forze per una progressione finale. Sono però riuscito a mantenere la lucidità, cliccando sull'orologio il lap al 5 km, giusto per aver poi un riferimento a fine gara. Quando mancavano 3 km, dove pensavo che sarebbe stato il momento di iniziare ad accelerare, ho capito che le gambe non ne volevano proprio sapere. Mi sono allora concentrato bene sulla respirazione sperando di riuscire a sparare ancora un colpo sull'ultimo km, ma quando si è svoltati nel rettilineo finale, alla vista del falsopiano del centro di Pavia, ho capito che era già tanto mantenere quel ritmo.




Alla fine gara conclusa in 36 minuti e 33 secondi, ad una media di 3 minuti e 38 secondi al km, con la prima parte di gara corsa in meno di 18 minuti (come da previsione per l'obiettivo finale di scendere sotto i 36 minuti) e la seconda abbondantemente sopra i 18 minuti, quindi decisamente più lenta. Sicuramente molto contento, anche per la tredicesima posizione in classifica su circa 300 persone che facevano parte della 10 km competitiva, ma per esser soddisfatto al 100% avrei preferito correre la seconda parte più veloce della prima. Ma la mia stagione da corridore è appena iniziata, ci sarà tempo per perfezionare la gestione delle forze in gara.



Ora si riprende quindi con gli allenamenti: prossimo obiettivo la Laus Half Marathon, la mezza maratona di Lodi del 28 ottobre 2018.